Non ci sono le parole giuste per spiegare quello che realmente ha fatto Rashford. Inciso le sue recenti azioni sul benessere di milioni di persone nel Regno Unito e quanto valore sociale abbia avuto il suo ultimo gesto, ma possiamo senza dubbio spiegare le motivazioni che hanno spinto Marcus Rashford a diventare, a soli 22 anni, un modello da imitare.
Infanzia
Rashford nasce nel 1997 in un quartiere esattamente a metà tra il centro e l’aeroporto di Manchester. Siamo in un’area residenziale povera, abitata da operai che si svegliano alle prime luci dell’alba per andare a lavorare in una delle aree vicine, che oltre a Manchester includono Stockport (uno dei luoghi più industrializzati del nord d’Inghilterra), Altrincham e Sale, l’aeroporto (che da da mangiare a più di mille persone). A 8 km da casa di Marcus, invece, si trova Old Trafford, lo stadio di casa della sua squadra del cuore.
Il Cibo
La sua infanzia è la classica infanzia di un ragazzo che nasce nella periferia di una grande città da una famiglia povera. Come vedrete sarà proprio il calcio a salvarlo da una situazione che, arrivato a una certa età, sembrava essere diventata insostenibile. Sin dalle elementari Rashford appartiene a quella categoria di bambini che la mattina, quando si svegliano, non sono certi di quanti pasti potranno consumare durante il giorno. I suoi genitori non possono garantirgli sempre una colazione o un pranzo.
Sua madre, è una di quelle maestre che appena sveglia non riesce a garantire del cibo al proprio figlio ma che dalle 8 in poi è in prima linea alla scuola locale per distribuire i pasti gratuiti (un momento della giornata conosciuto come breakfast club) forniti dal governo a tutti quei bambini che non hanno avuto la possibilità di fare colazione o di cenare. Marcus ricorda ancora (e non ha timore di dirlo) di quando suonava l’ultima campanella e lui si avvicinava timidamente a uno dei suoi amici più stretti chiedendogli di farsi mettere un biscotto.
Il Calcio
Solo oggi Rashford è in grado di parlarne liberamente, ma è conscio di quanto la categoria dei “bambini che non possono permettersi un pasto al giorno” sia avvolta da uno stigma che li rende inferiori agli occhi degli altri bambini e della società.
All’età di 4 anni, ha la fortuna di cominciare a giocare per i Fletcher Moss Rangers, una squadra locale nella quale suo padre Robert collabora come allenatore per una delle squadre giovanili. Quel ragazzino così magro ma pieno di vita, ha bisogno di uno spazio più grande del salotto di casa per far vedere di cosa è capace, anche perché a casa mamma Melanie è stanca di raccogliere i cocci rotti dal figlio.
Marcus non realizza, ma sarà quello il momento che cambierà la sua vita: pochi anni più tardi, è chiaro che sia un bimbo dotatosi qualità rarissime, a tal punto da essere notato da alcuni scout dell’academy del Manchester UTD che non si lasciano scampare l’occasione.
Manchester United
Ma anche in quel caso, per Marcus nulla è scontato. Anzi, solo per arrivare al campo d’allenamento, deve prendere due autobus diversi e camminare per circa un chilometro. Nulla di nuovo se non fosse che da quelle parti il buio non si fa attendere e quando torna a casa non deve distrarsi per nulla al mondo se non vuole rischiare di essere aggredito o derubato. È una guerra tra poveri, dove a perdere sono sempre e comunque i poveri.
Anche perché, breakfast club, in molti casi rappresentano gli unici pasti giornalieri per centinaia di migliaia di bambini, tra i quali in passato c’era anche Marcus Rashford. Sembra sempre troppo facile parlare del giovane talento nato da una famiglia povera e diventato poi multimilionario ma è quasi impossibile parlare di quello stesso multimilionario in prima linea per combattere gli stessi problemi che lui stesso, pochi anni prima, era costretto a fronteggiare ogni giorno.
Il Lancio
Rashford ha lanciato una campagna social #MaketheUturn per sollecitare il governo a fare marcia indietro rispetto alla decisione di sospendere i fondi destinati alle forniture di cibo per le famigli più povere, che avrebbe lasciato 3 milioni di bambini senza un pasto per i prossimi tre mesi. Una campagna che ha raggiunto milioni di persone ed è stata supportata da importanti personalità del mondo dello sport britannico come Gary Lineker.
Dopo una prima fumata nera, che aveva visto Boris Johnson e il suo staff escludere la possibilità di fare marcia indietro, è arrivata la tanto sperata fumata bianca: il governo investirà ulteriori 120 milioni di sterline per garantire un pasto gratuito a milioni di famiglie in tutto il Regno Unito.
Marcus ce l’ha fatta. In un colpo solo è diventato l’idolo dei ragazzi più giovani e il salvatore agli occhi delle famiglie più bisognose. Il suo aiuto è stato riconosciuto anche dal Liverpool.
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